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Io, Cristian Specogna… e i profumi della memoria!

E’ solito sentir dire che riaffiorano i ricordi guardando le vecchie foto. Sicuramente vero, ma avete mai provato a chiudere gli occhi mentre sentite il profumo  di un vino?  I profumi riportano la mente alla velocità della luce, e rifanno rivivere attimi vissuti…

E oggi vi voglio portare con me… Chiudete gli occhi e immaginate  una distesa verde tra colline e vigneti nel  silenzio della  natura.  Un vento dolce che vi accarezza la pelle, e  persi con lo sguardo  in tale bellezza assaporate la vita… Ebbene io sono li con Cristian Specogna, ricondotta dal  profumo di un vino friulano di sua produzione, che lui volle donarmi dopo il nostro incontro.  Il Picolit, vino antico e famoso che amo molto per la sua particolarità. Vitigno a bacca bianca autoctono dei colli orientali del Friuli. Il suo nome ha origine dai  suoi piccoli acini,  la cui produzione è così esigua a causa del cosiddetto aborto floreale. Ma che sarà mai direte?!  Semplicemente molti fiori della vite non si trasformano in frutti. E questa è la conseguenza di una limitatissima produzione.

Ma voglio raccontarvi  meglio…

Arrivai li in mattinata. Tutto era molto tranquillo, e il fatto di essere in anticipo, cosa assai rara per una ritardataria senza speranza come me, mi permise di fare un giretto in esplorazione. L’ambiente circostante era molto piacevole. Un saliscendi di colline mi allietavano lo sguardo facendomi  perdere come al solito nei meandri dei pensieri sulla vita.   Ma era giunta l’ora dell’appuntamento,  e quindi mi avviai verso l’incontro con Cristian. Non c’erano precise indicazioni di uffici di ricevimento,  e quindi alla vista della prima porta aperta chiesi: “C’è  nessuno?”  Spuntò fuori il viso di un ragazzo sorridente che mi accolse… Cristian Specogna.

Insieme uscimmo a passeggiare nei vigneti. Lui, preoccupato dei miei tacchi, e io per nulla.  Anni di esperienza mi permettono di andare dovunque, anche se devo confessare che adoro camminare scalza sull’erba!

Mi raccontò del nonno che, tornato dalla Svizzera, volle investire sui Colli di Rocca Bernarda acquistando un appezzamento di terreno. Graziano e Gianni,  i figli, diedero il primo impulso all’azienda fino a passare le consegne a lui e a suo fratello Michele.

Cristian sta eseguendo un egregio lavoro di marketing,  promuovendo la sua azienda e il territorio di Corno di Rosazzo a livello internazionale. Tale merito gli è stato riconosciuto nell’assegnazione dell’Oscar Green 2010  per la  categoria “Esportare il vino”  della selezione regionale della Coldiretti. E’ promotore insieme ad altri giovani produttori della zona del vino bianco “Blanc di Cuar”, che in dialetto friulano vuol dire Bianco di Corno. Questo vino è ottenuto da uve tocai… ops, che ho detto?!  Si, perchè è ormai risaputo che l’Unione Europea ci ha imposto di non  dire “Tocai”,  ma  “Friulano”.  Non ci va giù, ma è così! Ormai  il Tokaji, e’ ungherese! Noi  italiani però ora abbiamo il Blanc di Cuar,  più che un nome una poesia! Membro della Corte Ducale del Ducato dei Vini Friulani nata nel 1972 a Cividale, promuove e divulga la viticultura friulana.

Il tempo era passato veloce chiacchierando delle mia e della sua vita.  Non ci siamo fatti mancare aneddoti e risate, e neanche due fette di salame con un calice del suo vino. Con piacere  notavo che aveva l’abitudine di annusare il cibo che assaggiava… abitudine che apprezzo molto! Come proclamo sempre l’olfatto è il senso delle emozioni…  e insieme quella mattina, ne abbiamo vissute molte!

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