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L’Acetaia di Josko Sirk

Non ho mai conosciuto mio nonno Emilio, ma di lui mi furono dette grandi cose…

Uomo friulano di passione, grande spirito imprenditoriale legato alle tradizioni, ma con uno sguardo rivolto all’innovazione. Una malattia lo portò via precocemente. Di lui mi rimane oltre alla stima guadagnata con i racconti della sue vicissitudini, il mio secondo nome, Emilia. Nacque a Cormons in provincia di Gorizia.  Quando poco tempo fa mi si è presentata l’opportunità di una breve vacanza li mi son detta: “ma quale migliore occasione per un ritorno alle origini…” Credo che faccia bene a tutti ogni tanto soffermarsi a pensare, a riflettere. Si può essere cittadini del mondo, ma sono convinta che il proprio legame con la terra d’origine è indissolubile.  Chi crede di poterne fare a meno è un illuso.

Ma torniamo a Cormons… Pensai tra me e me, “dista 400 km, e viaggiare mi piace…”   E infatti in men che non si SAM_1952dica ero giunta a destinazione. Al mio arrivo ebbi il benvenuto dalla piacevole cornice delle colline del Collio che ingentilendo il paesaggio davano a tutto il contesto un’aria romantica d’altri tempi.  Mi diressi verso il luogo in cui ero ospite “La Subida”,  e non fui per nulla disattesa.

Il posto era immerso in un verde lussureggiante, tra piante di rosmarino e mazzi di lavanda legata ad arte e disposti ovunque. Incominciai la mia consueta esplorazione, soffermando il mio sguardo verso un esteso recinto in cui trotterellavano un gruppo di cavalli.  Adoro questi animali dallo sguardo nobile e fiero, e volli dedicare loro un po’ del mio tempo. Persa nei miei pensieri richiamai me stessa ai miei doveri di ospite, e ritornai alla base.

SAM_1947Ebbi subito il piacere di conoscere i padroni di casa, Josko, uomo dallo sguardo schietto e deciso e la dolcissima moglie Loredana. Ma non erano da meno i figli. In particolare Tanja mi ricordava una donzella della Provenza, con i suoi ampi vestiti e dallo sguardo tenero, sempre sorridente e disponibile a due chiacchiere. Conobbi  poi Michele, grande collaboratore la cui cordialità e simpatia lo contraddistinse da subito. E come solitamente accade, chiacchiere e risate tra un discorso serio e l’altro non mancarono. Ma ad un tratto venne menzionata un’acetaia… e la mia curiosità si innescò.

Un’acetaia direte, “oddio si è data pure all’aceto”,  bè è un prodotto molto interessante e poco rispettato. E io, a dispetto dei miei amici romani che mi contestano, amo metterlo a  gocce sulle ostriche. Provare per credere! Pensate che l’Italia è il primo produttore al mondo d’aceto, e questo ci fa capire quanto dovrebbe essere maggiormente valorizzato. Far conoscere quanti usi  e  destinazioni gli si possono attribuire gli conferirebbe il giusto merito.

Ma lo sapete che è ottimo nebulizzato sulle minestre di legumi, sulle frittate, sui pesci grassi, sulleL'acetaia di Josko Sirk fragole… ma non solo, appena un po’ diluito è un ottimo rimedio per i gargarismi contro il mal di gola. E non solo, pensate che una zolletta intrisa di aceto masticata lentamente ferma il singhiozzo e attenua il mal di mare. Efficace per calmare una scottatura superficiale o per neutralizzare una puntura d’insettoe molto di più. (fonti di Josko Sirk).

Ma torniamo alla mia  visita… Ebbi il piacere di avere come guida Josko Sirk, l’oste come lui  amava definirsi,  nonché l’artefice di questo sogno e progetto in continua evoluzione. Iniziammo la nostra passeggiata tra il mio fiume abituale di domande… quasi a voler scoprire chissà quale recondito segreto della vita. Mi chiedo se la mia curiosità si sazierà mai. Ci incamminammo verso una mulattiera che ci avrebbe condotto alla nostra protagonista, l’Acetaia. Nel durante della nostra passeggiata, Josko dietro mia esplicita richiesta, mi raccontò della sua famiglia giunta dalla Slovenia in tempi difficili. Dopo essersi dedicato alla coltivazione della terra e successivamente all’attività presso l’osteria, la venuta a mancare del padre lo costrinse a scelte di responsabilità.

Josko SirkNel corso degli anni avvenire insieme alla moglie Loredana, riuscì a concretizzare il sogno della sua vita: creare un cuore verde di oasi abitative di pace e relax, “La Subida”. E conoscendomi vi pare non chiedessi il significato del nome… Ebbene, prendeva spunto da una chiesetta cinquecentesca del paese, la chiesa del Cristo della Subida che a sua volta deve la sua origine ad un prodigio verificatosi nel 1597.

Ma la sua vita era in  continua evoluzione e un altro progetto si stava da anni sempre più delineando: La foresteria dell’Acetaia” per la nobile produzione dell’aceto della migliore uva del Collio, prodotto di nicchia per chi può capirlo, purtroppo maltrattato dalla poca informazione attribuitagli. Completamente realizzata in legno, l’Acetaia era in perfetta armonia con l’ambiente circostante. Protagonista era l’uva bianca da vitigno autoctono, proveniente dalla vigna adiacente. Al mio ingresso mi si presentò uno scenario magico per chi ama questo ambiente. Gradoni di botti e botticelle disposte metodicamente, tese a favorire le varie fasi di lavorazione. Nessuna presenza di macchine, tutto seguiva un ciclo naturale. Mi fece provare il sentore delle sue creature, raccomandandomi di non ingoiare. Mi inebriai nei profumi intensi e da testa dura quale sono volli provare il sapore bagnandomi leggermente le labbra… devo dire piacevolmente soddisfatta.

Josko mi disse: “Un mio cruccio è fare l’aceto come una volta , con le migliori uve del Collio”.   Per una persona come me che ama la tradizione ascoltare queste parole è stata vera poesia. Con cinque produttori uniti nell’amicizia e nella passione lui finalmente ha concretizzato un Progetto per far conoscere l’aceto con i suoi usi e la sua storia: gli Amici Acidi.

Se è vero, com’ è vero, che un gran vino si fa’ da una grande uva, da questa grande uva io faccio il mio grande aceto. Mi ci vuole qualche anno, e in questo tempo devo accudirlo e coccolarlo come un bambino in fasce.

  Joško Sirk

 




Il Vino della Pace

Come diceva Madre Teresa di Calcutta, la pace inizia con un sorriso, ed io sorrido sempre…

Qualche giorno fa il mio sorriso si è rivolto a Luigi Soini, Direttore della Cantina Produttori a Cormons. Ma direte… di cosa stiamo parlando? Parliamo del “Vino della Pace”, ebbene sì! Ai più, ancora sconosciuto ahimè!
È nato come simbolo di unione e fratellanza tra i popoli e si è affinato col tempo. Confesso io stessa, che ne sono venuta a conoscenza recentemente, ma ho voluto prontamente rimediare.

Dovete sapere che questa Cantina aggrega duecento viticoltori e ottocento varietà di viti provenienti da ogni continente che convivono in un unico vigneto a Cormons.

Ma ci pensate che magnificenza si ha in quelle terre… Bè, io ho avuto l’onore di visitare tutto questo accompagnata da lui, Maestro Cantiniere promotore di un felice connubio tra vino e arte. Ma voglio raccontarvi meglio, perchè sono iniziative che meritano l’attenzione e la giusta visibilità.

Fissai un incontro, e come dico io… detto fatto, il giorno dell’appuntamento arrivò. Fui accolta da Luigi Soini responsabile del progetto.

Altoatesino di nascita ma ormai friulano di adozione. Nell’accompagnarmi nella visita, mi spiegava sollecitato dalle mie consuete domande le motivazioni che l’avevano spinto in questa direzione: “Unire le forze per formare una cooperativa”. Mi spiegò che la Cantina Produttori Cormons, nacque nel 1968 dando origine alla cosiddetta “Vigna del Mondo”.

La collaborazione dei soci, ha permesso nel 1985 di poter vedere concretizzata la prima vendemmia. Vi parteciparono attivamente cinquecento persone, tra i quali settanta ragazzi del Collegio del Mondo Unito di Duino a Trieste, in rappresentanza di 60 nazioni. E frutto di tutto ciò, fu un vino unico e amabile, il Vino della Pace simbolo di fraternità, dato in dono puntualmente ogni anno a ogni Capo di Stato civile e religioso come messaggio di pace fra i popoli.

Nella mia visita guidata fui condotta alle Cantine, che oserei definire una vera e propria galleria d’arte. Sì perchè dovete sapere che le testate delle grandi botti di rovere sono dipinte da pittori internazionali. Per non parlare poi delle preziose etichette dedicate alle bottiglie… c’è una vera e propria collezione di famosi artisti che si adoperano ogni anno alla loro esecuzione.

Da Enrico Baj che aprì la strada nel 1985 a Fernando Botero nel 2007, e molti molti altri… Il libro del Vino della Pace ne è fedele testimonianza e l’ho qui con me.  Sfogliarlo e leggerlo è un vero piacere, perché sulle etichette, oltre la mano dei pittori, hanno lasciato un segno tangibile i versi dei poeti.

Yoko Ono scrisse: “Un sogno fatto da soli è solo un sogno… un sogno fatto insieme, è una realtà”.

La nostra passeggiata in Cantina continuava, e Luigi mi raccontava dell’onore nel ricevere in visita personalità come Lech Walesa, Carlo Azeglio Ciampi, il principe Carlo d’Inghilterra, Francesco Cossiga, Enzo Bevilacqua, e molti altri. Ma il momento più emozionante fu quando venne consegnato il Vino della Pace a Papa Giovanni Paolo II presso il palazzo arcivescovile di Gorizia. Da quel momento venne concessa alla Cantina Produttori l’autorizzazione a produrre il “Vinum pro Sancta Missa” per il pontefice. Al termine della mia  visita, concludemmo il nostro incontro con un brindisi… un brindisi alla pace, alla gente di passione e alla felice continuità di questo progetto.
Al mio ritorno ho voluto regalare alcune bottiglie del Vino della Pace a degli amici che credo ne abbiano bisogno… perché si soffermino a pensare, perchè la pace innanzitutto va cercata dentro di noi.

“Il vino e la viticoltura sono stile… e non moda”
Luigi Soini

 

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