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I miei tour Vinosi… ad Aosta. “La Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle”

L’impulso alla creazione della cooperativa tra i piccoli produttori di Morgex e de la Salle  fu data  dallo stesso parroco,  Don Alessandro Bougeat.  Nacque cosi’ l’Association des Viticulteurs  che diede seguito nel 1983  all’attuale  “Cave du Vin Blanc de Morgex e de la Salle”, che ormai annovera  un centinaio di soci attivamente presenti nella conduzione dell’ azienda.

Il vigneto ai piedi del Monte Bianco,  raggiunge  un’altitudine di 1200 metri.  Per salvaguardarlo dai  danni del  gelo e del vento si usa l’allevamento a pergole basse, sorrette talvolta da sostegni  in legno o da caratteristiche pietre tipiche  della zona.

Grazie  alle condizioni di temperatura e di secchezza nell’aria,  sono sfavorite  le malattie crittogamiche (malattie parassitarie causate da funghi),  con conseguente  minore necessita’ di trattamenti. Qui il  protagonista è il Prié  Blanc, vitigno autoctono selezionato  per  il suo  perfetto adattamento.

Durante la visita in cantina mi ha colpito sentire da Nelly Dainé la mia personale guida nonchè amica,  il motto della Cave: “In vigna come 2000 anni fa..  in cantina come fra 2000 anni”.  Bè, questo per far capire quanto tradizione e tecnologia debbano andare a braccetto.

Oltre a raccontarmi dei nove vini in produzione di cui sette DOC, si è soffermata in particolare sul loro figlio prediletto,  il  vin  de  glace denominato “Chaudelune”.  Eh sì,  perché questo vino da meditazione ha una  vendemmia invernale eseguita tra i  -5 e i  -10 gradi,   solitamente di notte.  Le uve vengono pigiate ghiacciate, e fermentate in botti di sette legni tipici valdostani piu due barrique di rovere.

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