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In Italia ci sono circa 7450 km di coste ma la pesca sta morendo. Qualcuno me lo spiega?!

Fino a poco tempo fa mi occupavo di organizzazione e di ottimizzazione delle risorse, in realtà me ne occupo ancora, perché applico questi principi a tutto quello che faccio.

Oggi la mia provocazione parte da qui.

Negli ultimi mesi sono stata a Taranto, a Crotone, a Pozzuoli, a Fiumicino… insomma sono stata in posti di mare, ma soprattutto in posti dediti alla pesca. Per capire meglio questo settore, ho tentato di avvicinarmi cercando di organizzare un’uscita notturna con i pescatori, per seguire il loro lavoro, per capire parlando e vivendo con loro. Purtroppo il maestrale non mi ha favorito, bloccando ripetutamente i miei piani.

Sono una testa dura, qualcuno direbbe una testa calda, in realtà sono una passionale e un’idealista, e non mi arrendo facilmente. Proprio per questo ho continuato ad approfondire l’argomento… per capire. L’ho fatto a Napoli, a Taranto, a Crotone e a Fiumicino. Mi fermavo e parlavo con loro, alcuni erano diffidenti, mentre altri, dopo aver capito il mio reale interesse, mi spiegavano.

Persone combattute, deluse, stanche, quasi arrese dallo stato delle cose, persone da ascoltare. Sono ben conscia che vivere le difficoltà di ogni giorno è cosa ben diversa che scriverne e parlarne.

Amo il mio paese e la sua gente, parlando con loro vivo il territorio, da nord a sud. Mi sostiene la passione e l’entusiasmo, anche se a volte è messo a dura prova dalle delusioni. Ma è questione di un attimo, perché basta una spallata per ‘farmi reagire e agire’ con l’unico mezzo che ho: ascoltare le persone e farmi interprete della voce della gente, quella che lavora, i veri Italiani.

Detto questo passo al punto, perché io voglio capire…

  • In Italia ci sono circa 7450 km di coste, ma la pesca sta morendo. Qualcosa non quadra, qualcosa che io non riesco a capire, soprattutto in un periodo di crisi come questo, in cui ottimizzare ciò che ci rimane dovrebbe essere questione prioritaria. Qualcuno mi definirà noiosa, persino logorroica nel sottolineare continuamente, in ciò che scrivo, gli stessi concetti.
  • In Italia la moda, il turismo, l’agricoltura, la pesca, l’enogastronomia sono settori trainanti, e in quanto tali vanno favoriti al massimo i loro percorsi. Purtroppo non è così. Continuo a non capire…

Questi sono giorni caldi, giorni di profonda crisi. Non si parla altro che di giochi di poteri di politicanti stipendiati dall’Italia che lavora, che se lo ricordino bene! Io non voglio parlare di loro, mi logora, mi da la nausea, lo trovo inutile e frustrante. Io voglio parlare delle nostre produzioni, degli Italiani, dei loro disagi.

Ribadisco un numero importante, una nostra ricchezza che come tale va valorizzata. Abbiamo 7450 km di coste, ma la pesca sta morendo.

Mi dicono che a Mazara del Vallo negli ultimi anni da 380 pescherecci ne sono rimasti 80, a Fiumicino sette anni fa ce n’erano 45, ora ce ne sono 25, a Crotone sta succedendo la stessa cosa. I pescatori sono in ginocchio. Si sta distruggendo una delle realtà economiche più importanti.

Mi dicono che a fine Settembre per un mese ci sarà il fermo biologico per il ripopolamento dei mari. Un fermo per la pesca a strascico che però riguarda solo i pescherecci. Non ferma la piccola pesca. Ma vi chiedo, è realmente piccola? Una volta la piccola pesca usava reti alte un metro e mezzo, oggi arrivano a 12 metri. Una volta si fermavano a 3 miglia nel mare, oggi si fermano a 10…

Perché non fermare tutti, e non per un mese, ma per un anno! E poi, perché permettere uscite di 14 ore in mare! Andrebbero permesse al massimo 8 ore! Sono parole dei pescatori, quelli che amano il mare, quelli che non lo sfruttano.

Il loro primo problema è il caro gasolio, il secondo è la burocrazia e le istituzioni che non li aiutano come dovrebbero, il terzo è l’abusivismo…




Una bionda lombardo-veneta e una rossa romano-moscovita lungo la tratta: “Roma Salerno Napoli” …due donne col cappello!

In un tempo ormai passato, programmavo i miei viaggi organizzando tutto al minuto. Predisponevo tappe, visite, soste, pianificando ogni cosa alla perfezione. Non è che ora non lo faccia più, visto che, la mia naturale propensione all’organizzazione non me ne potrebbe proprio far fare a meno! In realtà, la cosa che è veramente cambiata, è la leggerezza con cui vivo il viaggio, diciamo che mi lascio andare al fato… chiacchiero, sorrido, scherzo, unendo alla conoscenza l’emozione dell’attesa e della scoperta.

Ho fatto questa premessa per farvi capire lo stato d’animo che mi ha accompagnato durante il mio ultimo tour verso Roma. Li mi attendeva un’amica, Giulia Nekorkina, con la quale si è deciso di rivivere insieme una vacanza percorrendo la tratta “Roma Salerno Napoli”. Due donne, una bionda lombardo-veneta e una rossa romano-moscovita, che in sei giorni hanno condiviso momenti allegri e momenti tristi, ricordi, pensieri, paesaggi, emozioni e… due cappelli! 😉

Ebbene, lo dichiaro: “amo i cappelli”, a volte li compro e a volte me li faccio. Li indosso nonostante gli sguardi straniti della gente non più abituata allo stile femminile dei tempi in cui era più diffuso l’uso. Tempo fa ne avevo promesso uno a Giulia confezionato da me e…  quale migliore occasione per mantenere la parola data se non questa. L’ho conosciuta poco tempo fa. Di lei mi avevano colpito alcune frasi che scriveva su un noto social network. Nelle sue parole si avvertiva il dolore, ma nel contempo, la forza e la voglia di ricominciare… la stessa che riconosco in me.

Dopo un nostro incontro a Milano, dopo aver parlato a lungo ascoltandoci a vicenda in quello che ognuna sentiva di raccontare della propria vita, per un periodo ci siamo scritte. Un giorno, dopo averle espresso la mia nostalgia per Napoli e per la Costiera Amalfitana, lei decisa mi ha risposto: “Cinzia, potremmo andarci insieme!” E’ bastato solo un attimo per decidere…

Sono partita in treno un sabato pomeriggio combinandone subito una delle mie! Praticamente, appena salita sulla carrozza mi sono resa conto di aver dimenticato la borsa con i cappelli dopo averla appoggiata a terra per fare una foto! Nooo, mi son detta! Sono scattata come una molla dal sedile chiedendo ad una persona di custodirmi la valigia, peccato che il treno sarebbe partito da li a tre minuti… Dovevo agire in fretta! Mi sono precipitata verso il recupero tra fiocchi, tacchi, e nastri fuxia tra i capelli che svolazzavano. Io correvo da una parte in cerca della borsa, e un addetto correva dalla parte opposta cercando una ‘smemorata’. Fortunatamente ad un tratto ci siamo incrociati, e con mia grande felicità… cappelli recuperati! 😉

Tre ore dopo ero a Roma. Salutata Giulia che mi era venuta a prendere alla stazione, ero pronta per dare inizio alla nostra avventura. 🙂  Tra le tante cose programmate, era prevista la sera stessa del mio arrivo, una cena con… “Quelli dell’Ideal Bar”, un gruppo di carissimi amici conosciuti ormai anni fa, attraverso i commenti nel salotto del bar virtuale del mio caro Giorgio Ferrari.

Il giorno seguente con Giulia abbiamo visitato il Porticciolo del Faro di Fiumicino, un luogo suggestivo, adatto per meditare, vicino a Roma ma lontano dalla frenesia, un luogo per parlare con i pescatori e vivere il mare. Lungo la strada, mentre tornavamo, Giulia mi descriveva Fiumicino raccontandomi delle sue case e della sua storia. Ad un tratto l’ho vista fermarsi ad osservare una vecchia abitazione dall’interessante struttura.  Quella casa da tempo la incuriosiva, e la tentazione di visitarla ogni qual volta passava davanti era tanta. Bene, era ora di rimediare. Guardandola le ho detto: “Ma perché mai, ove possibile, non dovremmo esaudire i nostri desideri?!”  Quindi, sotto la pioggia, abbiamo scavalcato e… curiosato!

 Era ora di partire… Prima tappa, Vietri sul Mare, cittadina in provincia di Salerno dichiarata dall’UNESCU nel 1997 patrimonio dell’umanità. Chi mi conosce sa che amo parlare con la gente…  il modo migliore per conoscere i territori che si visitano. E’ così che abbiamo incontrato la signora Irene Avallone, che, dopo averci fatto i complimenti per i cappelli, ci ha raccontato la storia della fabbrica artigianale delle ceramiche Avallone. Una storia d’artigianato tipico che continua da ben quattro generazioni…

Vietri sul Mare

Vietri sul Mare

Era arrivata ora di pranzo. Giulia ricordava di essersi fermata anni prima in un ristorantino tipico di Cetara con una terrazza sospesa sul mare. L’abbiamo trovato. Per chi ha la fortuna di vivere questo luogo non servono parole, qui serve solo il silenzio, mentre, godendosi il cibo si guarda all’orizzonte…

Ravioli

Ravioli di ricci di mare in guazzetto di cernia e vongole veraci – Ristorante Falalella – Cetara

Cetara

Cetara

Soddisfatte abbiamo continuato il nostro tour proseguendo verso Maiori. Una volta arrivate il mio sguardo si è soffermato sulle coltivazioni terrazzate rivolte al mare. Una vista suggestiva che mi ha fatto pensare al laborioso lavoro degli agricoltori della zona.

Maiori

Maiori

Un viaggio se vissuto nella sua completezza, necessita della conoscenza della sua gente, dei suoi territori e delle sue tipicità. A Minori per l’appunto, ci siamo come dire sacrificate, quando, passando davanti alla nota pasticceria della zona ‘Sal De Riso‘, non abbiamo potuto fare a meno di fermarci per qualche assaggio… 😉

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Era la volta di Amalfi, antica cittadina marinara che, con i suoi scorci e le sue viste distoglie da qualsiasi brutto pensiero. Qui abbiamo passeggiato a lungo percorrendo viuzze ricche di voci, di colori, e di tipicità.

Amalfi

Amalfi

Il nostro percorso proseguiva in direzione Positano, una città dal nome noto in cui non ero mai stata. Prima di arrivare, lungo la strada, ci siamo fermate in un punto che permetteva lo sguardo sulle luci di una Positano su cui calava la notte.

Una vista da vivere in silenzio… ‘magia, poesia, sogno’ sono state le uniche parole a cui ho pensato.

Positano

Giunta sera il mio sguardo era rivolto al mare di Sorrento… Omero nell’Odissea la descriveva come la terra delle sirene, che, con il loro canto tentarono invano di convincere Ulisse a  sbarcare.

Qui, nel 1544 è nato il poeta Torquato Tasso, autore della Gerusalemme Liberata. A lui è dedicata la piazza principale della città.

Sorrento

La nostra vacanza insieme è continuata a Pozzuoli, una città marinara fondata da un gruppo di esiliati dell’isola greca di Samo. Da tempo avevo organizzato un’uscita notturna con un peschereccio. Volevo seguire i pescatori, anche solo per una volta, per capirne meglio il lavoro. Peccato che il vento di tramontana per ben due notti consecutive ha fatto andare in fumo i miei piani. Questo è il peschereccio su cui dovevamo salire.

Pozzuoli

Per consolarmi, insieme a Giulia e ad Antonio Chiocca, pescatore e nostra guida a Pozzuoli, abbiamo passeggiato per la città visitando il Tempio di Serapide, l’antico mercato dei romani chiamato anche mercato di Puteoli, l’originario nome di Pozzuoli. Viene considerato un tempio perché durante gli scavi, nel 1750, è stata rinvenuta la statua del Dio Egiziano Serapis.

Tempio di Serapide

Dopo Pozzuoli abbiamo proseguito verso il centro di Napoli. Durante la strada la bella vista del Vesuvio, il vulcano in stato di quiescenza la cui ultima eruzione risale al Marzo del 1944, ci ha piacevolmente accompagnato. 

Li abbiamo incontrato amici finalmente ritrovati e, come si suol dire, non finisce qui…

Vesuvio

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