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Arben, dall’Albania all’Italia per realizzare un sogno…

Qualche tempo fa, in occasione dell’evento “ Cantine Aperte” ebbi  il piacere di  imbattermi in una bella storia di vita che oggi vi voglio raccontare.

.Avevo scelto un’azienda  vitivinicola  poco distante, La Brugherata a Scanzorosciate (BG). Al mio arrivo rimasi colpita dalla bellezza del luogo, ma in particolar modo fui attratta dai racconti della nostra guida, Arben, l’anima della vigna. E fu proprio qualche giorno fa, che ricordandomi di lui, decisi di rincontrarlo. Dovete sapere che ho poca memoria, e non sono fisionomista, ma se qualcuno o qualcosa mi colpisce, di sicuro non lo dimentico, e cosi fu. In effetti appena lo vidi mi rammentai subito del suo volto, e non mancai di diglielo.

Decidemmo di recarci nelle cantine e qui iniziammo con la nostra chiacchierata. Dapprima gli spiegai ciò che mi aveva condotto fin li, e cioè quella forza gravitazionale che mi attrae verso le belle storie di vita.  E la sua lo era… eccome. Iniziò a raccontarmi come era giunto in Italia dall’Albania vent’anni prima. Nel suo paese mancava il lavoro, e l’Italia rappresentava la speranza per un’occupazione. Figlio di un agronomo, ma non conoscitore del settore, aveva trovato collocazione in un’azienda meccanica. E fu proprio riparando macchine agricole, che ebbe i suoi primi contatti con il vigneto. Recandosi spesso li per le consegne, conobbe pian piano le persone che ne facevano parte. E un fatidico giorno arrivò la prima proposta di collaborazione.

Senza rendersene conto pian piano si trovò piroettato dentro quel sogno che ora rappresenta il suo orgoglio di vita. Gli venne proposta infatti una collaborazione nell’attività dell’ azienda agricola. Arben accettò con entusiasmo… iniziava la sua nuova avventura. Conseguì dei corsi che gli fecero apprendere le nozioni sul ciclo produttivo e le forme dell’allevamento della vite… Eh si, si dice proprio allevamento. Fui stupita un po’ anch’io la prima volta che lo sentii ad un corso che frequentai.

Dalla cantina ci spostammo all’esterno… Passeggiando tra i filari Arben mi parlava del titolare del vigneto con parole di stima e di rispetto.  Il proprietario mi diceva,  un avvocato nato a Bergamo con autentica passione per il mondo vitivinicolo, aveva ricreato qui un angolo di toscana, sua terra d’origine.  Ma non solo, aveva creato un giardino in un vigneto arricchendolo di essenze mediterranee, ben quindicimila piante di rose, che nel periodo di fioritura ne facevano un angolo di paradiso.

Si leggeva nei suoi occhi una vera ammirazione verso quell’ uomo che riponeva in lui totale fiducia, che faceva del suoi prodotti eccellenze di qualità senza mai arrivare a compromessi.  E io stessa nell’ascoltarlo ero ammirata dalla personalità che ne scaturiva. Orgogliosamente mi descriveva le fasi nella produzione del vino che lui seguiva personalmente quasi in modo maniacale. Il vitigno chiedeva cure continue e attenzioni costanti, che lui voleva prestare in prima persona. Le difficoltà nell’acquisizione di personale in suo aiuto, scaturivano dalla mancanza di un orario lavorativo stabile. Cosa spesso mal sopportata dalle persone che si avvicinano a questa realtà.  Sono convinta che se non c’è passione,  questo non è il mestiere giusto!

Oggi lui è responsabile di 7 ettari di vigneto. Il risultato è un’ottima produzione di eccellenti vini bianchi e rossi e un brut di grande carattere. Ma il fiore all’occhiello è il Moscato di Scanzo DOCG, vino prodotto esclusivamente nel comune di Scanzorosciate.  Al titolare va riconosciuto il merito della costituzione del Consorzio di Tutela del Moscato di Scanzo oltreché dell’attribuzione della DOCG.

 

 

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