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Se questa non è la felicità… Pejo, Luglio 2016

Ma che cos’è la felicità?

Uno stato d’essere, un’euforia temporanea, un sogno realizzato? Credo che la felicità sia semplicemente il benessere che ciascuno di noi raggiunge grazie all’intensità delle emozioni vissute in particolari momenti della propria vita. Una sequenza di istanti che ci accompagnano con i ricordi, e che danno una dimensione diversa al nostro tempo. Talvolta il desiderio è che non finiscano mai, ma forse, pensandoci bene, la cosa veramente importante è l’intensità con cui li viviamo. E’ così, che dopo ogni viaggio, si torna più ricchi e consapevoli della bellezza che ci circonda, e che fa di noi le persone che siamo.

Qualche giorno fa, in Val di Pejo, nel Parco Nazionale dello Stelvio (settore trentino), grazie alle splendide passeggiate tra i laghi alpini e le foreste di abeti e larici rinfrescate da ruscelli e piccole cascate, mi sono detta: “Se questa non è la felicità…” In un territorio non ancora preso d’assalto dal turismo di massa, le emozioni sono state tante. Una valle, chiamata anche “La Valéta”, ai piedi dei gruppi montuosi dell’Ortles-Cevedale e dell’Adamello-Presanella con cime che superano i 3.000 metri di altitudine. Pace e benessere a ricordo di una vacanza indimenticabile.

Qui di seguito alcuni momenti dei miei bellissimi giorni passati a Pejo, nell’alta Val di Sole.

Immersa tra le nuvole, a 3.000 metri di altitudine

Da Pejo, con la funivia ‘Pejo3000’, in soli sei minuti si sale a 3.000 metri di altitudine, tra le vette dell’Ortles Cevedale nel Parco Nazionale dello Stelvio. Da qui si scorge il Monte Vioz (3.645 m), Punta Taviela (3.611 m), Punta San Matteo (3.678 m), Cima Presanella (3.556 m) e Monte Adamello (3.539 m). Da questa altezza, ammirando gli splendidi panorami, nel silenzio, i pensieri si fanno più leggeri, e tutto torna ad avere il giusto equilibrio. Rientrando, a piedi, ho ammirato nel piccolo specchio d’acqua del Lago Covel (1839 m) le vette viste poco prima dall’alto.

Escursione alle cascate di Celentino con esperienza di ionizzazione

Ci sono luoghi della nostra bella Italia ancora poco conosciuti. Uno di questi è alle Cascate di Celentino, frazione di Pejo. Seguendo le guide locali, le ho raggiunte dopo aver  percorso uno stretto sentiero sterrato. Nonostante io ne abbia visitate diverse, sia in Italia che all’estero, ogni volta alla loro vista la sensazione è molto piacevole. Il motivo è presto detto: lo scroscio dell’acqua sui sassi diffonde nell’aria ioni negativi, atomi che hanno acquisito una carica elettrica e che, una volta inalati, alleviano gli stati di stress donandoci energia e benessere.

Il bosco, una vera farmacia naturale: estrazione delle resine Trementina e Argà

Durante i miei giorni passati nei boschi di Pejo, ho avuto il piacere di assistere all’estrazione della ‪Trementina tramite incisione alla base dell’albero di Larice, l’unica resinazione legale in Italia. Una volta raccolta e microfiltrata, viene distillata per ottenere l’Argà, un’oleoresina vegetale dal potere disinfettante conosciuta per le sue proprietà terapeutiche. E’ utile nel trattamento delle vie respiratorie, contro i reumatismi, nevralgie, sciatica e molto altro ancora. In Val di Sole questa attività di estrazione praticata dai resinatori, si è particolarmente sviluppata per la grande quantità di larici. Terapie naturali da rivalutare.

Per info: Mauro Iori –  mauro.iori@alice.it

Lago Pian Palù

Non so se ha contribuito la giornata di sole, ma vi assicuro che la vista dei riflessi turchesi di questo stupendo specchio d’acqua a 1.800 metri, mi ha incantato al punto da farmi perdere la cognizione del tempo. Con lo sguardo perso, ho espresso un desiderio che spero di poter realizzare in futuro. Lo si raggiunge da Pejo Fonti, dopo aver superato il Fontanino di Pejo a 1.670 metri. Magnifico.

Dal lago dei caprioli salendo fino alla Malga Alta di Fazzon

Tra i tanti laghetti in Val di Sole, c’è il suggestivo lago dei Caprioli (1.321 m) raggiungibile da Pellizzano. Percorrendo il sentiero con segnavia SAT203, si può salire fino alla Malga Alta di Fazzon, a quota 1.548 metri. Un edificio ecologico ad impatto zero, autosufficiente dal punto di vista del fabbisogno energetico grazie alla turbina idroelettrica. Qui si produce una tipicità della Val di Sole: il Casolèt, formaggio di malga di latte crudo, presidio Slow Food. Una tipicità locale a pasta tenera prodotta in autunno dopo il rientro delle mandrie dagli alpeggi per il fabbisogno invernale.

Madonna di Campiglio, tra le Dolomiti di Brenta

A circa 40 km da Pejo c’è Madonna di Campiglio, nota località turistica in provincia di Trento, a 1.550 metri di altitudine. Se avrete occasione di visitarla, oltre a salire in funivia per godere della splendida vista delle Dolomiti di Brenta, dal 2009 riconosciute dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, immancabile una tappa a “Casa Cozzio”. Per chi ama le antichità, un piccolo museo pieno di tesori e di vero artigianato locale. Dopo una passeggiata per il centro, salendo a 2.104 metri, vi consiglio di pranzare allo Chalet FIAT. Oltre a godervi un magnifico scenario sulle Dolomiti, avrete modo di fare ottimi assaggi proposti da personale gentile e simpatico.

Questi sono solo alcuni spunti di visita della bella e tranquilla Val di Sole, una valle da scoprire e in cui vivere molte emozioni. Nei miei giorni passati in questi luoghi ne ho vissute veramente tante. Merito dei paesaggi di montagna, delle passeggiate, delle cascate e dell’acqua limpida dei ruscelli, ma anche delle belle persone che ho conosciuto e che hanno reso speciale ed indimenticabile questa vacanza a Pejo. Alcune di loro, a ricordo del tempo passato insieme, hanno voluto scrivere delle parole in rima. Ne citerò solo alcuni versi, gli altri li custodirò nel mio libro di pensieri e poesie.

…amiche ed amici, io non so dir di voi,

ma tentare voglio e quindi

mi azzardo a dir perentorio che ognuno di noi

di una bella vacanza ha raggiunto il traguardo.

Domani un po’ lesti ma anche un po’ mesti,

trottando trottando a Trento saremo,

e dei vacanzieri deposte le vesti,

di rivederci un bel dì spereremo.

Alessandro

 

www.visitvaldipejo.it




Rovereto, “la città delle botteghe”.

Se passate da Rovereto… fermatevi!

Se ne avrete l’occasione, vi consiglio di non perdervi una visita nel suo centro storico. Oltre ad apprezzare le botteghe tipiche, potrete ammirare le testimonianze medievali e settecentesche in perfetta armonia con le atmosfere risalenti al periodo del dominio veneziano. Passeggiare tra le sue vie, ammirare le antiche dimore affrescaste e visitare i suoi musei internazionali, sarà un’esperienza che certamente arricchirà il vostro viaggio. Io ci sono stata pochi giorni fa.

Rovereto, una cittadina in provincia di Trento che ho apprezzato per l’offerta culturale, l’ordine e la sicurezza. Siamo in Trentino Alto Adige, una regione che valorizza l’artigianato come espressione del territorio. Grazie alla Legge provinciale che ha instituito per gli esercizi commerciali con più di 50 anni di attività il riconoscimento di “Bottega storica Trentina”, si ha la possibilità di visitare luoghi identificativi della storia e delle tradizione locali.

Il Comune di Rovereto, per sottolineare l’importanza di questi esercizi, ha voluto ampliare il riconoscimento ad altre due categorie: le “Botteghe di Tradizione Trentina”, gestite con continuità da almeno 50 anni da nuclei familiari, e le “Botteghe Tipiche Trentine”, che propongono tipicità di Rovereto e della Vallagarina. Storia, Tradizione e Tipicità, espressa da chi vive questo territorio da oltre 50 anni.

Sono figlia di un artigiano. Forse è per questo che la mia natura mi porta ad apprezzare tutto ciò che è frutto della passione e della creatività che ciascuno di noi, a modo suo, esprime nel proprio operato. Le sue molteplici forme danno ricchezza e unicità a questo settore. Arti e mestieri da valorizzare e trasmettere alle nuove generazioni, per non perdere la nostra memoria. Per questo, le botteghe, oltre ad essere luoghi attrattivi per il turista, contribuiscono all’offerta culturale dando un valore aggiunto al territorio.

Durante la mia passeggiata, spesso interrotta per ammirare le belle vetrine e le insegne storiche, mi sono letteralmente bloccata davanti all’antica Drogheria Giuseppe Micheli. Droga, sostanza vegetale con principi attivi utili al nostro organismo. Da qui drogheria. Un significato molto diverso da quello che gli attribuiamo oggi. Entrando, timidamente, ho avvertito da subito intensi profumi di erbe, spezie aromatiche ed essenze per preparazioni liquoristiche. Un settore che mi affascina da sempre, che richiede conoscenza ricerca e studio.

Come una bambina in un negozio di dolci, ho incominciato a muovermi curiosando ovunque, attratta dalle etichette e dai nomi delle radici e delle erbe mediche. Un’ampia offerta di prodotti di erboristeria, integrata da tipicità alimentari e da 600 etichette di vini, liquori e distillati. Un’attività imprenditoriale avviata nel Settembre del 1829.

Drogheria Giuseppe Micheli – Via Mercerie 16/20 Rovereto (TN) www.drogheriamicheli.it

Drigheria Giuseppe Micheli

Ogni città italiana ha un caffè storico, punto di incontro e luogo di conversazione. Quando viaggio li ricerco e ne vivo le atmosfere. A Rovereto ho scoperto la Torrefazione Bontadi. Degustazione di qualità unita alla conoscenza del caffè, grazie alla presenza di un museo con una collezione di 300 pezzi: dai tostini della fine del ‘700, fino alle moke e alle macchine espresso di ultima generazione.

Un’impresa avviata nel 1790 riconosciuta dalla CCIAA di Trento, Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, con la medaglia d’oro per l’ininterrotta attività.

Torrefazione Caffè Bontadi – Vicolo del Messaggero, 10 Rovereto (TN) www.bontadi.it

Torrefazione Caffè Bontadi

A conclusione della mia visita non poteva mancare una tappa al MART, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, contraddistinto dalla cupola di vetro e acciaio progettata, insieme all’intera struttura, dall’architetto ticinese Mario Botta. Custodisce una collezione di oltre 20.000 opere rappresentative dei movimenti del secolo scorso. Un museo in cui è possibile fotografare e condividere con il mondo la bellezza dell’arte.

Sono stata attratta in particolare da tre tele. Due di Massimo Campigli – Pugile, 1933 e Figure, 1931 –  per i colori e per i richiami all’arte etrusca da cui l’autore si ispira, e una di Pompeo Mariani – Sotto gli ulivi, 1898 – in cui mi sono rivista in un ambiente naturalmente ricco di storia in cui amo passeggiare.

MartCorso Angelo Bettini, 43 Rovereto (TN) www.mart.tn.it

MART

La mia breve sia pur intensa visita a Rovereto era giunta al termine. Ero attesa in un’azienda agricola di Faedo, di cui a breve vi racconterò.




La “Strozegada” di Levico Terme. Atmosfere e tradizioni natalizie.

Vivere l’atmosfera del Natale nei piccoli paesi, permette di riappropriarsi delle tradizioni autentiche tipiche di questo momento dell’anno. Pochi giorni fa, a Levico Terme, mi sono immersa nel clima natalizio caratteristico delle località di montagna.

Un comune in provincia di Trento situato alle pendici del Lagorai, la più vasta catena montuosa del Trentino, noto per le sue acque minerali scoperte nel medioevo durante lo scavo di gallerie. Acque arsenicali-ferruginose che, per la loro azione sedativa e curativa, agiscono sul sistema nervoso. Per chi vuole provarle la stagione termale alle Terme di Levico inizia da Aprile e si conclude a Novembre.

Una cittadina elegante con un piccolo centro storico, botteghe artigiane, viali fioriti e alberghi in stile liberty, arricchita dal Parco secolare degli Asburgo e dal laghetto omonimo. Per chi ama sciare, alle spalle della città, c’è una cima con 18 km di piste e un tapis roulant adatto a famiglie con bambini.

Ogni anno, in questo periodo, lungo i viali alberati del parco si possono ammirare cinquanta casette in legno addobbate a festa che formano lo storico Mercatino di Natale. Prodotti artigianali ed enogastronomici rappresentativi del territorio.

Mercatino di Levico Terme

Oltre a percorrere il viale principale, mi sono addentrata con occhi curiosi nelle piccole vie che conducono alla Levico Terme meno conosciuta. Le case di un tempo, i vecchi cortili, e le piccole gallerie comunicanti vissute in silenzio, mi hanno riportato indietro nel tempo. Una Levico certamente meno turistica, ma molto più suggestiva.

Passeggiando nel viale parallelo a quello principale, mi sono soffermata su una tipica bottega artigianale di prodotti in terracotta. Nel suo interno, tantissime campanelle decorate appese ovunque. Secondo l’antica cultura nordica, servivano per allontanare gli spiriti maligni e ad avvicinare quelli buoni.

Campanelle

Sono molti gli eventi in programma che accompagnano la fine dell’anno a Levico Terme. Tra i tanti, durante il mio breve soggiorno, non mi sono voluta perdere la “Strozegada”.  La tradizione vuole che la sera del 12 Dicembre, vigilia di Santa Lucia, i bambini seguendo il carro della Santa fino al piazzale della chiesa, trascinino lungo il percorso la “strozega”: barattoli di latta legati tra loro da un filo di ferro. A destinazione, le letterine con le richieste dei regali, vengono legate a tanti palloncini colorati lasciati volare nel cielo. Dopo tanto rumore, con gli occhi all’insù, il loro pensiero è un solo: “Chi sa mai che col baccano che abbiamo fatto Santa Lucia scenda a portarci i doni…” 😉

Magia e tradizioni natalizie per grandi e bambini da vivere fino al 6 Gennaio.

Buone feste! campanelle

www.visitlevicoterme.it

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